RaabeTeatro presenta



di Bruno Panico
Regia di Monica Giovinazzi
 
Documentario teatrale sul caso Colleferro
percorso multimediale con installazione e azione del pubblico

 “Scaricavo i fusti nella zona chiamata Arpa” racconta un operaio. “Prima era una zona pianeggiante e paludosa, adesso è una collina. Alcuni perai scavavano le buche con le ruspe, altri ci mettevano i fusti. Non venivano neanche saldati”.

Nel 1912 c’era una grande pianura circondata da colline verdi  e dai Monti Lepini

un luogo perfetto per fondarci un’industria di esplosivi.
Attorno alla fabbrica è sorta la ridente cittadina di Colleferro. Se ci si arriva in macchina dall’autostrada ti danno il benvenuto le simpatiche sagome degli inceneritori e del cementificio.



Sulla statale Casilina ti aspetta trionfante il monumento fallico al lanciatore Ariane. All’ingresso della città ti accoglie una bella Rotonda.. 

Alcune delle città fantastiche (Maurilia, Moriana, Eusapia, Zaira, Pirra, ecc.) descritte da Italo Calvino nel libro “Le città invisibili” fungono da trait d’union per raccontare, in pochi tratti essenziali, la storia di Colleferro, storia di duro lavoro, dell’ esplosione della fabbrica, della guerra, del sotterramento di sostanze e rifiuti tossici;  la storia del fiume Sacco, veicolo incolpevole  dei veleni dell’area industriale alle piantagioni, agli animali e alla popolazione di tutta la Valle; la storia dell’inquinamento, della contaminazione, della bonifica; la ricerca di un futuro diverso nel rispetto dell’uomo e della natura.

Testi e musica: Bruno Panico

Videoclip: Giuseppe Scelfo

Voce  recitante: Rossella Grazzini

Raabe Teatro    via Agostino Bertani 22   (Trastevere)  Roma

sabato 6 novembre h21
domenica 7 novembre h 18
ore 21

info e prenotazioni: promozioneraabe@gmail.com; 388/6189252

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Primi anni ‘90

All’interno dell’area industriale un’intensa attività di controllo ha portato alla scoperta di enormi quantità di rifiuti industriali abbandonati nelle gallerie, negli impianti dimessi, nelle grotte e nei terreni dove, in particolare,  sono state evidenziate diverse aree di smaltimento di rifiuti pericolosi per un estensione di oltre 4 ettari  e uno spessore variabile da due a dodici metri. Indagini successive, effettuate su richiesta della magistratura, hanno accertato una gravissima contaminazione delle acque superficiali.

Febbraio 2005

Una sostanza tossica per l’uomo, vietata in Italia dal 2001, è stata ritrovata in quantità superiore ai limiti di legge nel latte dei bovini, nel fieno e nel mais. E’ il beta-esaclorocicloesano,  un composto derivante dal lindano, un pesticida prodotto sin dagli anni ‘50 dall’industria chimica Snia-Bpd.
La pericolosa sostanza si è riversata da centinaia di fusti interrati nella zona industriale fino a raggiungere le sponde del fiume Sacco. E poi, da lì, nei campi, nelle coltivazioni, nel latte e sulla tavola della gente.

“Scaricavo i fusti nella zona chiamata Arpa” racconta un operaio.  “Prima era una zona pianeggiante e paludosa, adesso è una collina. Alcuni perai scavavano le buche con le ruspe, altri ci mettevano i fusti. Non venivano neanche saldati”.

La bonifica


Negli anni ’90 la scoperta, il processo e la condanna: la Snia è stata riconosciuta colpevole per lo smaltimento di rifiuti pericolosi dal tribunale di Velletri con l’obbligo di bonificare il sito. Nonostante la grave situazione in cui versano Colleferro e la Valle del Sacco sia nota da molto tempo, non sono state assunte, nel corso degli anni, misure efficaci atte a ridurre i danni e prevenirne di nuovi. Solo nel febbraio 2009 è iniziata la bonifica a cura dello Stato. Ma le misure adottate appaiono inadeguate, dettate più dalla situazione di emergenza che da un piano organico per la risoluzione del problema.

La città, l’immagine

Venne il giorno
in cui i miei viaggi
mi portarono a Pirra.

Appena vi misi piede
tutto quello che immaginavo
era dimenticato.

Pirra era diventata
ciò che è Pirra;
e io credevo
di aver sempre saputo
che il mare
non è in vista
della città,
nascosto
da una duna
della costa bassa e ondulata,
che le vie corrono
lunghe e diritte;

che le case
sono raggruppate
a intervalli,
non alte,
e le separano
spiazzi di depositi di legnami e segherie;
che il vento
muove le girandole
delle pompe idrauliche.

Da quel momento in poi
il nome Pirra
richiama alla mia mente
questa vista,
questo ronzio,
quest’aria
in cui vola una polvere giallina:

è evidente
che significa
e non poteva significare
che questo.

(I. Calvino – Le città invisibili - La città e il nome 3.)
 

La città, la natura (sottosopra)

Guadato il fiume, valicato il passo
l’uomo si trova di fronte
tutt’a un tratto
la città di Moriana,
con le porte d’alabastro trasparenti alla luce del sole,
le colonne di corallo che sostengono i frontoni incrostati di serpentina,
le ville di vetro come acquari
dove nuotano
le ombre delle danzatrici dalle squame argentate sotto i lampadari a forma di medusa.

Se non è al suo primo viaggio
l’uomo sa già
che le città come questa
hanno un rovescio:
basta percorrere un semicerchio
e si avrà in vista
la faccia nascosta di Moriana,
una distesa di lamiera arrugginita,
tela di sacco,
assi irte di chiodi,
tubi neri di fuliggine,
mucchi di barattoli,
muri ciechi con scritte stinte,
telai di sedie spagliate,
corde buone solo per impiccarsi a un trave marcio.


(I. Calvino – Le città invisibili - Le città e gli occhi 5.)


l'agnellin dal fiore in bocca
rende bello quel che tocca...
qualcuno lo ricorda?
Agli inizi degli anni 50, a Colleferro negli stabilimenti B.P.D. venne realizzato il "Lauril",
il primo sapone in polvere che era realizzato in Italia.


 

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